Stiamo assistendo ad una serie di cambiamenti epocali per quanto riguarda il mondo del commercio, in particolare, l’area delle piccole imprese.
Una serie di trasformazioni che in passato avvenivano gradualmente, talvolta spalmate nell’arco di vari decenni, si stanno oggi materializzando in maniera rapida e traumatica, creando il panico fra gli imprenditori e ‘cambiando il volto’ delle nostre città in modo velocissimo.
Le nostre aree urbane ed anche i centri minori, stanno cambiando ‘pelle’, a seguito delle molte aperture di attività del tutto nuove rispetto al passato (sale slot, negozi che vendono sigarette elettroniche, negozi di compro oro, ecc.) ed anche (purtroppo), per la chiusura massiccia di un numero elevato di imprese tradizionali che per alcuni decenni hanno trovato spazio nelle vie ed all’interno delle piazze di ogni città e di ogni piccolo centro urbano in tutta Italia.
La crisi economica che sta attraversando il nostro Paese ed anche molte altre nazioni (occorre dire che questi cambiamenti non lambiscono solo la nostra Penisola), evidenzia in maniera ancor più accentuata questo profondo mutamento.
Nel corso della prima puntata, sono state elencate una serie di criticità e cause di questi cambiamenti ma si è anche cominciato ad evidenziare che queste trasformazioni (e chiusure di attività) non riguardano in maniera omogenea ogni segmento commerciale.
Dove aprire un negozio. Le scelte da valutare.
Potremmo dire che mai come oggi i costi per insediare un’attività commerciale nel centro di una città non sono stati così bassi.
Se fino a 5 o 6 anni fa per poter accedere ad uno spazio commerciale situato in una piazza od in una via del centro occorreva prenotare e pagare la ‘buona uscita’, ora, tranne poche eccezioni, si tratta solo di aspettare la prossima chiusura (o addirittura) il prossimo fallimento di negozio per subentrare senza costi aggiuntivi.
Abbiamo verificato che alcuni contratti di locazione, vengono oggi stipulati a prezzi pari al 50% rispetto a 7 anni fa.
Addirittura, in alcune zone meno centrali, alcuni canoni mensili di affitto, sono crollati in pochi anni anche del 60/65%.
Il fenomeno, si è talmente accentuato che non ha risparmiato anche tutte quelle vie e piazze che erano considerate da sempre di primaria importanza commerciale e per questo, ambite da coloro che volevano avviare un’attività.
La scelta di aprire un’attività, da sempre è legata alla sua localizzazione.
Aprire un bar, un negozio di intimo, un panificio, ecc., è strettamente connesso con il punto esatto in cui si colloca l’attività.
Il successo del business è strettamente legato alla sua posizione.
Quindi, in un quadro di profondi cambiamenti e dove è possibile trovare spazi per avviare un negozio a prezzi decisamente più bassi, è importante, non avere fretta a cercare l’occasione.
Dove aprire un negozio. Il prezzo più basso non garantisce la localizzazione migliore.
Ci sono fondi commerciali che sono ormai vuoti da alcuni anni e le prospettive di vederli riutilizzati(da persone paganti!), sono molto limitate.
E’ chiaro che i titolari di questi spazi commerciali sono ben disposti verso chi intende insediarsi.
Alcuni proprietari, sarebbero addirittura disponibili a ridurre anche di due terzi il canone rispetto a 10 anni prima pur di ‘occupare’ il fondo con un cliente pagante.
Dal punto di vista del neo imprenditore che intende avviare un’attività, occorre piuttosto comprendere se vale veramente la pena aprire in quegli spazi la sua attività, senza cadere nella tentazione del risparmio ad ogni costo.
Il rischio infatti, è quello di aprire un’attività in una zona di minor passaggio attratti dalla prospettiva di pagare un canone molto basso (rispetto al passato) e poi, ritrovarsi in un’area che dal punto di vista commerciale ha perso buon parte del suo valore.
Si continua nella terza parte con alcuni esempi concreti portati da un nostro ospite che ci supporterà con la sua esperienza.
Continua.